Ecco una classifica di 15 loghi bellissimi di squadre di basket USA che non esistono più, che proseguono la loro attività sotto altra denominazione o in una città diversa da quella in cui sono nate.
La struttura a franchigie dello sport professionistico americano, infatti, espone ogni club alla possibilità di essere trasferito altrove, il più delle volte per motivi economici e commerciali, oppure definitivamente pensionato. La stessa priorità alle esigenze di marketing che muove lo sport statunitense, favorisce inoltre una notevole tendenza al rebranding. Con la possibilità, tranne che nei casi di più antica e radicata tradizione, di modificare addirittura i colori sociali della squadra.
Il risultato è che la storia del basket americano si arricchisce progressivamente di squadre “dismesse”. E, con esse, di un vero e proprio patrimonio di loghi e identità visive all’interno del quale non mancano alcuni “gioielli”. La seguente selezione è composta da 15 loghi di ex squadre. Tra parentesi il periodo in cui il logo è stato utilizzato.
I loghi bellissimi pubblicati in questo post appartengono ai legittimi proprietari e sono stati tratti dal sito Sportslogos.net, dal 1997 la miglior risorsa web per quanto riguarda il graphic design nello sport nordamericano e mondiale.
15 – New Jersey Nets (1990-1997, NBA)
Lo sfortunato Drazen Petrovic portava questo logo sulla sua divisa numero 3 dei New Jersey Nets, la squadra “di periferia” per eccellenza della NBA. Forse anche quella che più difficilmente si presta alla progettazione di un’identità visiva. Nets (le retine dei canestri) è infatti un nome molto generico. Nel logo anni ’90 si cerca di armonizzare il nome della squadra con la figura del pallone da basket. Entrambi sono in gradiente rosso-bianco-blu, colori della franchigia ma anche della bandiera USA. Il prolungamento della N che costituisce l’unico raccordo tra il lettering e l’immagine, nonché l’unico movimento.
14 – Buffalo Braves (1970-1971, NBA)
Un logo anni ’70 molto naïf, in voga per una sola stagione, la prima delle otto in cui i Buffalo Braves fecero parte della NBA per poi diventare i San Diego Clippers. La silhouette di un bisonte blu “appiccicata” su un pallone “vintage” color oro. Il tutto è circondato dalle piume vermiglie di un copricapo indiano: tra questi loghi bellissimi fa la sua figura.
13 – Houston Comets (1997-2008, WNBA, alternate logo)
Houston, sede della NASA, è conosciuta come Space City. La narrativa spaziale si riflette anche nelle sue rappresentanti sportive. Al pari degli Houston Rockets della NBA, anche la controparte femminile della WNBA – le Houston Comets, attive dal 1997 al 2008 – ha avuto un nickname con i piedi non molto piantati per terra. Niente male questo logo alternativo. Una cometa a forma di palla da basket la cui scia funge da trattino della “H” di Houston. Le stanghe sono riempite da un cielo stellato, dando movimento a tutta la composizione.
12 – Reno Bighorns (2007-2018, D-League/G League)
Un logo abbastanza scolastico ma ben riuscito, quello dei Reno Bighorns, attivi in G League fino al 2018. Un lavoro ulteriormente valorizzato dall’accoppiamento cromatico verde scuro-crema, attualmente utilizzato in NBA con successo dai Milwaukee Bucks. Tocco di classe il pallone non convenzionale all’interno del cerchio della “O”.
11 – Vancouver Grizzlies (1995-2001, NBA)
Quello dei Vancouver Grizzlies è un logo profondamente anni ’90. Nei colori, nel movimento, nei dettagli, come le unghiate del grizzly sul lettering 3D del nome. La franchigia canadese, nelle originarie intenzioni della NBA, doveva far coppia fissa con i Toronto Raptors nell’operazione di sfondamento a nord. Ma la selezione naturale ha voluto che a sopravvivere oltre confine fossero solo i dinosauri: per i Grizzlies, dal 2001, emigrazione nella più mite Memphis.
10 – Fayetteville Patriots (2000-2006, D-League)
Attivi per cinque stagioni nell’allora D-League, i Patriots di Fayetteville (North Carolina) propongono nel loro logo un’ovvia narrativa ispirata alla storia e alla bandiera degli Stati Uniti. Il simbolo nazionale, l’aquila dalla testa bianca, è ben inserita nel pattern a stelle e strisce che riempie la “P”. Al suo interno viene adattata anche una palla da basket.
9 – Seattle SuperSonics (1995-2001, NBA)
La stagione in cui debuttò questo logo è stata una delle più memorabili della storia dei Seattle SuperSonics. Forse la franchigia di cui attualmente più si sente la mancanza in NBA. Memorabili, infatti, le Finals 1996 perse onorevolmente contro i Chicago Bulls di Michael Jordan. Prima di tornare al classico giallo-verde, dal 1995 al 2001 i Sonics sfoggiarono una brand identity molto anni ’90, con lettering 3D, forti inserzioni di rosso e l’edificio simbolo della città, lo Space Needle, ben integrato nel logo a formare la “I”.
8 – Fort Wayne Zollner Pistons (1941-1948, NBL/BAA/NBA)
Tutta la splendida ingenuità di una grafica anni ’40 nel logo dei Fort Wayne Zollner Pistons, antenati degli attuali Detroit Pistons. Essi furono tra i promotori della nascita della NBA. La squadra fu fondata da Fred Zollner, proprietario di una fabbrica di pistoni per auto. Questo logo fu usato dal 1941 al 1948. E non è altro che il disegno di un pistone antropomorfo con una Z sul petto, scarpe da basket e una palla in mano.
7 – Vancouver Grizzlies (1995-1999, NBA, alternate logo)
Di nuovo Vancouver Grizzlies. Un logo secondario visto pochissimo, ma estremamente interessante. Una declinazione del grizzly nella chiave artistica dei nativi americani della costa pacifica nord-occidentale, inserito in un cerchio che richiama uno scudo o una ceramica. L’orso, il cui petto è un pallone con un canestro, ha le sembianze di un totem. La palette di colori – turchese, marrone, rosso, nero – si adatta meravigliosamente al tema del logo.
6 – Charlotte Bobcats (2007-2012, NBA, alternate logo)
Gli Charlotte Bobcats, attivi dal 2004 al 2014 prima che gli Hornets tornassero all’alveare della città del North Carolina, non hanno avuto molta fortuna in campo. Molto bello, però, questo logo secondario in uso dal 2007 al 2012: un muso di lince la cui parte in ombra è in color avio, il tutto su uno sfondo argenteo che fa trasparire le linee di una palla da basket. Il bobcat è la lince rossa americana, ma la scelta di questo nome è ritenuta anche un omaggio a Robert “Bob” Johnson, primo proprietario della franchigia.
5 – Kansas City Kings (1975-1985, NBA)
I Kansas City Kings utilizzarono questo logo per un decennio. Semplice ed efficace, pienamente nello spirito degli anni ’70 e ’80. Uno scudo rosso e azzurro, con la parte bassa in foggia di palla da basket e la parte alta seghettata a richiamare la corona di un re. O il profilo delle Montagne Rocciose, che quando il cielo è limpido si stagliano lontano laggiù, oltre la prateria.
4 – Spirits of St. Louis (1974-1976, ABA)
Una squadra quasi dimenticata della ABA, la American Basketball Association che nel 1976 confluì nella NBA portando con sé alcune squadre che avrebbero fatto la storia della lega, come i San Antonio Spurs e gli Indiana Pacers. Il nome è un evidente omaggio allo Spirit of St. Louis, il velivolo su cui nel 1927 Charles Lindbergh compì la prima trasvolata in solitaria dell’Oceano Atlantico. Il logo color rame è un piccolo capolavoro, se rapportato agli standard grafici dell’epoca. L’aeroplano vola sotto il nome della squadra e la coda si allunga a formare la “s” finale di Spirits.
3 – Cleveland Rockers (1997-2003, WNBA, alternate logo)
Le Cleveland Rockers hanno fatto parte della WNBA dalla fondazione della lega fino al 2003. Nome e logo sono un omaggio alla Rock & Roll Hall of Fame che ha sede nella città sul lago Erie. In questo logo secondario è ben messa in evidenza la bellissima “R” a guisa di chitarra elettrica, con disco sullo sfondo. L’immagine compare anche nel logo principale della squadra.
2 – Seattle SuperSonics (1975-1995, NBA)
Lo skyline di Seattle con il dominante Space Needle, all’interno di un pallone da basket che però è anche un sole, nell’inconfondibile giallo-verde dei SuperSonics è uno dei loghi NBA più belli di sempre. Semplicità e profondità. Sì, Seattle ci manca.
1 – Tulsa 66ers (2004-2007, D-League)
Utilizzato anche senza wordmark, il logo del Tulsa 66ers – ex franchigia di G League, diventata oggi Oklahoma City Blue – è probabilmente il miglior logo di sempre. La prospettiva del nastro d’asfalto della storica Route 66, la prateria ai suoi lati, le montagne sullo sfondo e il magnifico sole-palla da basket che tramonta. Il tutto inserito nella tipica sagoma dei cartelli delle U.S. Highways, rimane qualcosa di difficilmente imitabile tra i loghi bellissimi dello sport.