Ogni anno, il 27 agosto, ricorre la Notte Internazionale del Pipistrello (International Bat Night). E nel basket NBA l’uomo dei pipistrelli è soltanto uno: Manu Ginobili.
L’iniziativa è nata per riscattare l’immagine di questi mammiferi volanti, cancellando i pregiudizi affibbiati loro dalle antiche superstizioni, dalla letteratura e dal cinema. Come quello che, ad esempio, li vede associati ai vampiri o al diavolo. E ovviamente per proteggere questi animali, che hanno anche influenze positive sull’ecosistema.
Nella pallacanestro, NBA e pipistrelli sono indissolubilmente legati dall’episodio accaduto a San Antonio il 31 ottobre 2009.
Il pipistrello all’AT&T Center
Notte di Halloween, quasi una premonizione. In NBA è appena iniziata la regular season e i San Antonio Spurs ospitano i Sacramento Kings all’AT&T Center.
Durante il primo quarto, a un certo punto gli arbitri fermano il gioco. Le squadre si arrestano: nella staticità generale, si nota però Manu Ginobili agitarsi in un inusitato e plateale movimento del braccio sinistro. Un gesto secco e repentino, a metà tra dare uno schiaffo e afferrare un oggetto a mezz’aria. L’argentino, poi, raccoglie qualcosa che è caduto sul parquet e lo porta a un membro dello staff a bordo campo.
Quel “qualcosa” è un pipistrello. Entrato non si sa come all’interno dell’AT&T Center e avventuratosi fino al parquet. Forse non è il solo. Pubblico, staff delle squadre e persino giocatori sono così infastiditi dalla situazione, che si crea un’agitazione tale da indurre la terna arbitrale a stoppare il gioco fino al ripristino delle condizioni ottimali per far proseguire la partita.
Negli Stati Uniti fare show è vitale, in ogni momento. Sugli schermi compare l’avviso Bat Delay, ritardo per pipistrelli. E gli Spurs mandano dentro persino la mascotte Rob Wicall, un coyote, armata di retino per acchiappare il chirottero: tentativo vano, e non poco goffo.
Il colpo del campione
Per risolvere il problema, allora, ci vuole un campione. Che agisca e non perda tempo a tergiversare. Detto, fatto. Con occhi di ghiaccio e riflessi felini, Ginobili fa un passo di lato e becca al volo il pipistrello con una manata terrificante. Un colpo assestato con grande freddezza e precisione. Il povero animale piomba sul parquet. Morto? Lo vedremo.
Gli altri giocatori, compagni e avversari, quasi non ci fanno caso. E appena vengono messi al corrente, esprimono tutto il loro stupore. Pubblico e telecronisti invece se ne accorgono subito. Bat Manu, come sarà soprannominato dai fan, raccoglie il pipistrello e alza l’indice al cielo per celebrare neanche fosse una tripla, ricevendo l’ovazione dell’arena degli Spurs. Quindi, consegna il pipistrello a un addetto per portarlo fuori dal campo.
Prima di riprendere a giocare, Ginobili riceve del disinfettante per pulirsi le mani. Non è finita qui, però. Nell’afferrare il pipistrello, evidentemente ancora vivo, Manu riporta un morso: deve perciò sottoporsi a un vaccino anti-rabbia e a una serie di controlli medici nei giorni successivi. Perché il morso del pipistrello, anche se in rari casi, può trasmettere la pericolosa malattia.
Il giocatore rilascia poi una dichiarazione quasi di pentimento per quel gesto, probabilmente istintivo. Riconosce che non è stata una grande idea. Sia aver abbattuto un pipistrello, animale che comunque ha la sua importanza per l’equilibrio dell’ecosistema; sia aver rischiato serie conseguenze di salute.
Sul destino del pipistrello colpito da Ginobili non è mai stata fatta chiarezza. Inizialmente era dato per morto. Poi c’è chi sostenne che era soltanto stordito e che, una volta portato fuori, era svolazzato via, vivo e vegeto. A noi piace credere a quest’ultima versione.
Manu-pipistrelli, la storia infinita
La storia tra Ginobili, i San Antonio Spurs e i pipistrelli non si conclude qui. Alcuni anni dopo, il figlio di Manu, all’oscuro dell’episodio di cui suo padre era stato protagonista, si traveste da pipistrello per Halloween.
Nel 2018, in seguito al ritiro dal basket giocato, la Terminix, un’azienda americana specializzata nella disinfestazione dei pipistrelli, offre a Ginobili un impiego come tecnico sul campo part-time specializzato in disinfestazione dei pipistrelli.
Il 31 gennaio 2019, infine, di nuovo l’AT&T Center è teatro di un episodio simile: svariati pipistrelli fanno irruzione nel palazzo e costringono gli arbitri a interrompere la partita. I membri dello staff impazziscono correndo qua e là per cercare di afferrarli con retini e asciugamani. Il pubblico inizia a inneggiare a Ginobili. Ma-nu! Ma-nu! Ma-nu!
La storia del pipistrello a San Antonio, infine, fa pensare ancora una volta a un dato di fatto: che in America, sostanzialmente terra di frontiera, la natura non è mai così lontana dalle persone e dalla vita quotidiana.