C’è Damian Lillard, il leader indiscusso dei Portland Trail Blazers, uno dei più forti e interessanti giocatori NBA di oggi. E e poi c’è Dame D.O.L.L.A., il Damian Lillard rapper.
Svariate star della lega si sono divertite con il rap, il genere musicale nato dalla street culture e che più di ogni altro ha legami con il basket: Allen Iverson, Shaquille O’Neal, Ron Artest. Ci hanno provato persino Kobe Bryant e Tony Parker, nonché gente che star non è come Iman Shumpert. Fuochi di paglia, o poco altro. Lillard no: per lui il rap è una cosa seria, una carriera da portare avanti parallela a quella da sportivo professionista, in totale autonomia.
Damian tiene moltissimo alla sua identità musicale: non vuole essere assolutamente visto come un giocatore NBA con l’hobby del rap. Quando non veste la divisa dei Blazers punta a essere considerato un rapper a tutto tondo. La sua carriera musicale è ufficialmente iniziata nel 2015, con il rilascio del brano Soldier in the game su SoundCloud, mentre il primo singolo prodotto è stato, nello stesso anno, Bigger than us. Nel 2019 è arrivato il terzo album in studio, Big D.O.L.L.A., che fa seguito a The Letter O (2016) e Confirmed (2017).
Titolare della propria etichetta, la Front Page Music, Dame D.O.L.L.A. nel corso della sua ancor giovane carriera ha collezionato importanti collaborazioni come quelle con 2 Chainz, Lil Wayne, Mozzy, Juvenile, Jadakiss, G-Eazy, Jeremih, persino Jamie Foxx.
Scopriamo 7 cose da sapere e curiosità sul Damian Lillard rapper, pardon Dame D.O.L.L.A.
Perché Dame D.O.L.L.A.?
Dame è, ovviamente, il diminutivo di Damian. D.O.L.L.A. è invece un acronimo e sta per Different on Levels the Lord Allows, letteralmente “differente a tutti i livelli consentiti dal Signore”. In pratica diverso dagli altri nel grado in cui Dio ci permette di esserlo, in tutto ciò che si fa. Distinguersi, essere autentico, con grande fiducia in se stessi, rispettando gli altri. Secondo Lillard questo nome d’arte riflette la natura del suo successo sia in campo che fuori. E accenna al ruolo importante che la fede ha nella sua vita, tanto da portare tatuato sul braccio l’intero Salmo biblico numero 37. D.O.L.L.A. richiama anche dollar, ma Damian non ha mai sperperato i suoi guadagni nel lusso, investendoli invece per realizzare il suo sogno di una carriera da rapper.
The Letter O
Damian Lillard ai Blazers porta lo zero sulla schiena. Ma la sua scelta non riguarda il valore numerico: lo “0” richiama la “O” maiuscola, iniziale di Oakland, la città dove è nato nel 1990 e a cui è legatissimo. La “O” ricorda anche Ogden, la città dello Utah sede della Weber State University dalla quale è uscito nel 2012, e l’Oregon, lo stato di Portland dove ha trascorso l’intera carriera NBA e dove probabilmente la concluderà, vista la recente estensione del suo contratto al massimo salariale fino al 2025. Tuttavia non ha mai dimenticato Oakland, dove è attivo in molti progetti per la comunità locale e per il suo liceo. The Letter O è anche il titolo del primo album in studio di Dame D.O.L.L.A.
#4BarFriday
Nonostante la celebrità garantitagli dall’essere un giocatore NBA, Damian Lillard in campo musicale si è sempre comportato come un artista che lavora duro e sgomita per farsi conoscere. Anzi, non ha mai negato le difficoltà attraversate nel farsi un nome e nel guadagnarsi il rispetto del mondo rap. Anche Dame D.O.L.L.A. ha sfruttato le potenzialità dei social per emergere: i suoi primi pezzi hanno visto la luce su SoundCloud, ma già dal 2013 ha lanciato su Instagram il #4BarFriday, con tanto di profilo dedicato, un trend in cui ogni venerdì aspiranti rapper e amanti del genere sono invitati a postare brevi video in cui rappano. Grazie a #4BarFriday viene notato per la prima volta da Aaron Williams del magazine Uproxx, oltre che dai colleghi NBA.
Niente gangsta rap
Damian Lillard è cresciuto a East Oakland, un quadrante poco raccomandabile della città californiana. Tuttavia nei suoi brani la violenza, le gang, la vita di strada, gli eccessi del gangsta rap non trovano spazio. Dame D.O.L.L.A. parla della sua ascesa da sconosciuto e underdog, nel basket e non solo, fino a diventare All-Star NBA e rapper. E lo fa con umiltà, senza mai tralasciare la famiglia (sulla cover di Big D.O.L.L.A. compare insieme a suo figlio Damian Jr. nato nel 2018) e i valori a cui è stato educato fin da bambino. Vuole esprimere i suoi pensieri, consapevole che tutto questo possa ispirare anche altri a percorrere la sua strada. A questo si aggiunge un dato fondamentale: “I go hard in everything I do“, anche nei suoi brani si riflettono l’enorme spirito competitivo ed etica del lavoro che Lillard mette in campo. Non teme nessuna sfida.
Il battibecco con Shaq
A proposito di spirito competitivo, agli inizi di ottobre 2019, in un suo intervento in un podcast, Dame D.O.L.L.A. ha dichiarato di essere più bravo di Shaquille O’Neal e che l’ex Lakers piaceva perché era Shaq, non per le sue reali capacità. La risposta di Shaq non si è fatta attendere ed è nato un botta e risposta a suon di versi hip hop, come in una vera freestyle battle amplificata a livello planetario grazie all’imprescindibile ruolo dei social media. Per farla breve, O’Neal ha detto a Dame che non sarà mai Westbrook, Curry o LeBron e neppure Trevor Ariza e di chiamarlo quando avrà vinto tre titoli consecutivi. A sua volta Dame ha ribattuto dicendo a Shaq che quei titoli “te li hanno vinti Kobe e Wade“. Cose così, che fanno spettacolo e non guastano mai.
La prima canzone rap
Il colpo di fulmine tra Damian Lillard e il rap è avvenuto quando aveva quattro o cinque anni, ascoltando il brano Thuggish Ruggish Bone, il singolo di debutto dei Bone Thugs-n-Harmony, gruppo hip hop di Cleveland nato nel 1989, in featuring con la cantante Shatasha Williams. Glielo fecero sentire dei cugini di Rochester in visita a Oakland. Durante gli anni del liceo, Damian ha iniziato a cimentarsi con i freestyle e a realizzare i suoi primi mixtape, che lui insieme ai suoi compagni di squadra mettevano su durante il riscaldamento prima delle partite. In quel periodo la NBA era un sogno lontanissimo per Damian e per i suoi amici, così l’interesse per la musica era forse anche più profondo rispetto a quello per il basket.
Money Ball, Dame D.O.L.L.A. oggi
Money Ball è il singolo, con tanto di videoclip (in bianco e nero, una sua costante), che ha anticipato l’uscita di Big D.O.L.L.A., terzo album in studio di Dame D.O.L.L.A. Il brano è stato incluso nella colonna sonora del videogame NBA 2K20 ed è considerato un consistente upgrade, sia nel sound sia nei testi, rispetto ai precedenti lavori. Nell’album Dame celebra l’innalzamento di livello che ha avuto la propria vita, dal punto di vista personale, sportivo e finanziario. Ma senza mai farlo pesare, consapevole di quanto abbia dovuto lavorare duro per conquistarsi tutto questo. Nel video di Money Ball, diretto da Raul Sanchez, Dame e altri rapper (Jeremih, Danny From Sobrante, Derrick Milano) sono su un campo da basket e in uno strip club (vuoto) con banconote di dollari svolazzanti ovunque. C’è pure un cameo di C.J. McCollum, il partner-in-crime di Lillard ai Blazers.