Il basket secondo Mez è il blog di Chiara Mezzini, bolognese, grande appassionata di basket e di NBA. Chiara trascorre lunghi periodi a New York e proprio la Grande Mela è stata il luogo di nascita del suo progetto.
Un blog in italiano e inglese – www.basketsecondomez.com – che vuole offrire un punto di vista diverso per parlare di basket, attraverso biografie, interviste, curiosità e storie sulla pallacanestro, sui playground americani e sulla hoop culture. Chiara, molto attiva anche su Instagram e Facebook con video e contenuti esclusivi, ci ha raccontato un po’ di cose su di lei e sulla sua passione.
Iniziamo dalle presentazioni: chi sei e come è nato il tuo amore per il basket?
Mi chiamo Chiara, per tutti la Mezza. In tre parole: energica, dinamica e determinata. Sono un’organizzatrice di eventi e lavoro come hostess da molto tempo. Da un anno mi dedico alla creazione di contenuti per il mio blog. Sono una bolognese doc, nata a Basket City, con il calcio e la pallacanestro nel cuore. Premetto che non ho mai praticato basket: la passione per questo sport è nata quando ero alle elementari, ascoltando i racconti di appassionati e seguendo i primi allenamenti di alcuni amici. È difficile spiegare cosa sia scattato in me, ma da allora è nato un rapporto unico con la palla a spicchi che mi ha tenuto e continua a tenermi compagnia. Una passione che mi ha spinto a passare i pomeriggi a studiare regolamenti, leggere riviste di settore e seguire le partite del campionato italiano e poi di NBA.
Quali sono gli aspetti del basket che ti affascinano?
Del basket mi piacciono l’intensità, la velocità e lo spettacolo del gioco, oltre alle storie legate a questo sport. Le carriere e le vite dei protagonisti mi hanno da sempre interessato e spinto ad approfondire le mie conoscenze attraverso libri e biografie.
Come è nata l’idea di aprire un blog e con quali obiettivi?
Il basket secondo Mez nasce con l’idea di raccontare quello che succede fuori dal parquet. Il focus è la cosiddetta hoop culture americana, cioè la cultura legata al mondo della pallacanestro, e le storie di addetti ai lavori e di personaggi che hanno a che fare con questo mondo. Ho ragionato a lungo sul taglio di questo progetto, l’obiettivo è parlare di basket in un’altra ottica dando valore a curiosità e a figure spesso sconosciute.
Cosa rappresenta per te New York?
New York è la mia fonte di ispirazione, la città dove tutto è possibile. Proprio qui, durante un viaggio nel dicembre del 2018, ho elaborato il mio progetto. Ci ritorno ogni volta che ho occasione, perché la Big Apple è il mio caricabatterie, mi dà forza ed entusiasmo. Qui inoltre ho avuto la fortuna di incontrare tante persone, diventate nel tempo amici, una tra tutte Kiara Di Paola dell’agenzia NewYorkCity4All. È stata lei a darmi alcuni consigli e indicazioni sulla metropoli. Un anno fa ero solo una sua follower, ora siamo grandi amiche.
Quale (o quali) playground ti ha (hanno) particolarmente affascinato?
Sicuramente, uno dei playground che mi ha affascinato di più è Brooklyn Bridge Park. Ho passato interi pomeriggi a seguire partite e allenamenti, con lo skyline di Manhattan alle spalle. Un altro campo molto particolare è il Lower East Side Playground, interessato da un restyling a opera della Kevin Durant Charity Foundation (KDCF), l’organizzazione fondata da Durant che si occupa di dare alle comunità locali, in diverse città del mondo, uno spazio dedicato allo sport e al tempo libero. Last but not least Stanton Street Courts, un capolavoro dell’artista Kaws. Il progetto è stato realizzato da Nike in collaborazione con New York City Parks.
Segui la NBA? Hai squadre o giocatori preferiti o che hanno un significato particolare per te?
Seguo la NBA con interesse da una decina d’anni, sostengo innanzitutto le squadre dove militano i giocatori italiani. I viaggi a New York mi hanno condotto spesso a vedere dal vivo le partite. Mi sono legata a Brooklyn, faccio il tifo per i Nets e infatti aspetto con ansia il rientro in campo di KD. Tre giocatori attuali che stimo particolarmente sono Giannis Antetokounmpo, Donovan Mitchell e Luka Doncic. Ho avuto la fortuna di vedere giocare al Barclays Center sia Utah che Milwaukee. La storia di The Greek Freak è esemplare non solo a livello sportivo, una grande personalità oltre che un fenomeno on the court. Sono figlia degli anni d’oro di Michael Jordan, allora non seguivo questo sport come oggi. Ho imparato ad apprezzare questo grande campione solo recentemente, ma il suo impatto dentro e fuori dal campo è stato incredibile. Se però devo pensare a un simbolo per la mia generazione, un vero punto di riferimento, la risposta non può essere che Kobe Bryant, un giocatore che ha ispirato e avvicinato tante persone a questo sport.
Sei stata impegnata in radio: raccontaci di quell’esperienza.
Ho condotto un programma radiofonico per una web radio dedicato alla pallacanestro, The Splash Bros, un omaggio calla coppia Curry-Thompson. Mi sono inserita tra i miei colleghi di cabina che conducevano il programma da alcune stagioni. Una bella avventura durata un anno, che mi ha dato la possibilità di seguire in maniera più tecnica la pallacanestro e sicuramente crescere a livello professionale. È stata un’occasione unica e ringrazio Radio 1088 per avermi dato questa opportunità.
Progetti e obiettivi futuri?
In questo momento la pallacanestro è una grande passione e un bellissimo passatempo. Mi auguro che un giorno non troppo lontano possa parlare di basket a tempo pieno. Nel frattempo vorrei far crescere il mio blog, farmi conoscere e appassionare tante altre persone all’incredibile mondo della hoop culture. Il basket a stelle e strisce è tanta NBA, ma non solo, e mi piace accompagnare tifosi e appassionati alla scoperta del mondo dei playground. Per ora solo virtualmente, domani chissà…