Il nuovo logo del Napoli Basket segna una decisa virata del club partenopeo verso la storia e l’identità della città, di cui la squadra vuole essere sempre più espressione, in un panorama sportivo giocoforza dominato dalla rappresentativa calcistica.
Il logo precedente era piuttosto anonimo: un semplice pallone da basket azzurro, con al centro il wordmark Napoli Basket attraversato – unico tocco di originalità – dalla linea che riproduceva la silhouette del Vesuvio, mantenuto comunque nel merchandising ufficiale.
La forma circolare è rimasta anche nel nuovo lavoro. Tuttavia il contenuto è stato riempito di elementi che rimandano al glorioso passato di Napoli. La grande capitale del sud, protagonista di una storia che sconfina nel mito. Nonché alla grande arte del Rinascimento italiano.
Il nuovo logo del Napoli Basket
Elemento centrale del nuovo logo del Napoli Basket è una testa di cavallo bianco, che si erge sullo sfondo di un cielo a forma di pallone da basket azzurro con linee blu, simile a quello del vecchio logo. La figura del cavallo è ispirata a un’opera di Donatello conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN): la cosiddetta Testa Carafa, scultura bronzea del maestro fiorentino dalla storia tutta particolare.
Nella parte più esterna del logo, su sfondo blu, compare in alto la scritta Napoli Basket in un college font. In basso, come in un tradizionale stemma araldico, due rami d’alloro speculari mettono in risalto il cavallo, ma rendono anche omaggio all’antichità. Al centro, in giallo, ecco i tre gigli d’oro che campeggiano nell’emblema dei Borbone.
Secondo gli ideatori, questo logo vuole esprimere forza, appartenenza e passione, raccontando la storia della città che si estende dall’età antica (fu fondata dai Greci) fino a oggi. E attraversando epoche, da Federico II al Regno di Napoli, in cui è stata espressione di arte, cultura, nobiltà, orgoglio, libertà. Con la speranza che questi segni siano di incentivo e di buon auspicio per far tornare il Napoli Basket, oggi in Serie A2, ai massimi livelli.
Napoli e il cavallo
Anche se non molti lo sanno, il cavallo è un antichissimo simbolo di Napoli. Protagonista di storie e aneddoti che sconfinano nella dimensione leggendaria. In età medioevale, infatti, esisteva una statua che rappresentava il Corsiero del Sole, un cavallo sfrenato, figura che rimandava a una miriade di storie e leggende locali. Fu abbattuta e fusa nel 1322, perché considerata troppo pagana, e il bronzo riutilizzato per forgiare le campane del Duomo.
Il cavallo torna quindi nella testa di Donatello, che doveva essere parte di un incompiuto monumento equestre da dedicare al re Alfonso V d’Aragona, da collocare probabilmente nel Maschio Angioino. Donatello ci lavorò a Firenze fino al 1458, anno in cui, però, il sovrano di Napoli morì. Impegnato in molte altre committenze, l’artista abbandonò l’opera, morendo a sua volta nel 1466.
Fu Lorenzo de’ Medici a inviare a Napoli, nel 1471, la testa equina di Donatello. Un dono all’amico Diomede I Carafa della corte aragonese (per questo è nota come Testa Carafa). Questi la posizionò nel palazzo di famiglia in Via San Biagio dei Librai. Nel 1809 l’ultimo principe dei Carafa, ritenendola erroneamente una scultura dell’età classica, la sostituì con una copia in terracotta. L’originale fu donato al Museo Archeologico, dove si trova ancora oggi.
Giovane erede di una lunga tradizione
Con questo nuovo logo in cui il cavallo, oltre alla storia cittadina, esprime valori come potenza, destrezza ed eleganza, il Napoli Basket vuole lanciarsi con ambizione verso il futuro. La società, infatti, è molto giovane, seppur erede di una lunga tradizione cestistica.
Nata appena nel 2016 con la denominazione di Cuore Napoli Basket e subito ammessa in Serie B grazie al trasferimento del titolo sportivo di Agropoli, ha ottenuto al primo anno la promozione in A2. A cui è seguita però un’immediata retrocessione. Nel 2018 è diventata Napoli Basket, tornando nella seconda categoria nazionale l’anno successivo acquisendo i diritti da Legnano.
Nonostante la concorrenza del calcio, il capoluogo campano ha una storia di tutto rispetto nella pallacanestro. La gloriosa Partenope, oggi nelle categorie inferiori, vinse la Coppa delle Coppe nel 1970. Prima di passare il testimone, otto anni più tardi, al Napoli Basket che militò in A1 e A2 negli anni ’80 e ’90 giocando al Palasport Mario Argento, oggi un rudere. Nel 1999 si trasferì in città il team di Pozzuoli, diventando Basket Napoli e arrivando fino all’Eurolega. Sparì nel 2008 per problemi economici. Successivi tentativi di riportare in alto la palla a spicchi partenopea si arenarono in breve tempo, fino all’arrivo della nuova speranza rappresentata dal club attuale.