I giocatori dell’Australia di basket hanno un soprannome abbastanza particolare: Boomers. Cosa significa questo nickname che contraddistingue una delle nazionali più interessanti della pallacanestro mondiale?
No, Boomers non ha niente a che fare con i baby boomer. Cioè con il termine che indica le persone nate tra il 1946 e il 1964, periodo di forte incremento demografico in seguito alle ristrettezze della seconda guerra mondiale. Oggi i cosiddetti boomer sono visti dai più giovani come gente dal modo di pensare ormai retrogrado e superato, messa a tacere con la nota espressione “ok, boomer!“.
In realtà, i Boomers dell’Australia di basket si chiamano così per un altro motivo, del tutto differente. Riguarda infatti l’animale nazionale del “continente rosso”, il marsupiale simbolo di un’intera nazione: il canguro.
Boomers, i canguri del basket
In Australia, boomer è una parola di uso colloquiale con cui si chiama il maschio adulto del canguro (in inglese kangaroo). Non solo: i canguri maschi vantano ulteriori denominazioni nello slang locale, come bucks, jacks, old men. Le femmine adulte di canguro sono invece flyers, jills, does e, se più giovani, joeys.
D’altronde, i canguri non sono tutti uguali, ma esistono circa 60 specie differenti per dimensioni e colore. Giusto per dirne un paio, visto che questo non è un sito di zoologia, le più diffuse sono il canguro rosso e quello grigio. E poi ce ne sono altre come i wallabies, i canguri più piccoli che ci siano, che hanno dato il nome alla nazionale australiana di rugby.
Racconta il sito della FIBA che Boomers è un ottimo nickname per l’Australia di basket. I canguri, infatti, vivono spesso in gruppi di 10-12. Cioè la quantità di elementi che normalmente compone una squadra. Inoltre, gran parte dei canguri maschi raggiunge un’altezza che va da 1,80 a 2 metri e un peso tra i 90 e i 100 chili. Quindi il fisico ideale per un giocatore di basket, almeno per una guardia o ala piccola. Infine, è risaputo che il canguro sia dotato di una grande capacità di salto e possiede una velocità esplosiva su brevi distanze.
Attenzione: soltanto i membri dell’Australia maschile sono Boomers. Le ragazze della nazionale femminile, infatti, si chiamano Opals, opali, pietre preziose tipiche del paese. Non solo: in Australia ogni nazionale cestistica ha il suo soprannome: ci sono gli Emus dell’under 19 maschile, le coetanee Gems femminili, i Crocs (under 17 maschile), le Sapphires (under 17 femminile), i Gliders (basket in carrozzina maschile), le Rollers (femminile), gli Spinners (carrozzina under 25 uomini) e le Devils (donne). Insomma, ci vuole un manuale.
Australia di basket: i momenti top
Tornando ai Boomers, l’Australia di basket sta vivendo il miglior periodo della sua storia, nonché uno dei più alti in termini di popolarità. Ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, disputati nel 2021, ha vinto per la prima volta una medaglia, conquistando il bronzo. Prima di ciò aveva collezionato gli amari quarti posti di Seul 1988, Atlanta 1996, Sydney 2000 e Rio 2016.
Potenza del rugby e del cricket, patria dell’autoctono football australiano, in Australia la pallacanestro ha sempre goduto di un buon seguito pur soffrendo l’inevitabile isolamento con cui fanno i conti le rappresentative oro-verde negli sport di squadra. A lungo impegnata nei campionati dell’Oceania, vinti 19 volte su 21 (praticamente con la Nuova Zelanda unico avversario), dal 2017 l’Australia è affiliata a FIBA Asia. Dove ha vinto il torneo continentale nel 2017 e nel 2022.
Il primo giocatore australiano di basket a diventare famoso in tutto il mondo è stato Luc Longley, componente dei Chicago Bulls di Michael Jordan. Rappresenta gli anni ’90 insieme a Andrew Gaze (recordman di presenze e punti) e all’elettrizzante Shane Heal. Oggi l’Australia vanta numerosi elementi in NBA o con esperienza NBA, quali Patty Mills, Joe Ingles, Dante Exum, Matisse Thybulle, Josh Giddey, Dyson Daniels. Il loro legame con la nazione è molto forte e in un’amichevole a Melbourne nel 2019 i Boomers si sono tolti lo sfizio di battere gli Stati Uniti 98-94, ripetendosi anche nel 2021 per 91-83. Ai mondiali 2019 in Cina sono arrivati quarti, a quelli 2023 decimi.