Pau Gasol. L’importante è il viaggio (It’s about the journey) è la docuserie di Prime Video (novembre 2021) che racconta, in quattro episodi, il percorso di recupero del giocatore spagnolo dall’infortunio al piede, per partecipare con la sua nazionale ai Giochi di Tokyo.
Nella stagione 2018-19, iniziata con i San Antonio Spurs e finita con i Milwaukee Bucks, Gasol subisce prima una frattura da stress al piede destro e poi una all’osso navicolare del sinistro. A trentanove anni, gran parte degli atleti avrebbe detto basta. Ma solo i più grandi provano a fare un ultimo tentativo per rientrare e mettere una o più ciliegine sulla torta di una carriera già abbondantemente guarnita. Pau è senza dubbio uno di questi.
Nonostante due interventi chirurgici e vari contrattempi, non si arrende a un fisico che ormai gli sta presentando il conto. E nemmeno all’inaspettato reset globale della pandemia, che rinvia di un anno l’appuntamento olimpico. Accetta di lasciare del tutto la NBA e di rimettersi in forma nel “suo” Barcellona, vincendo pure il campionato iberico. Per lui un personale suggello del lungo e certosino periodo di riabilitazione prima del viaggio a Tokyo, dove la Spagna uscirà ai quarti di finale. Paradossalmente uno dei peggiori risultati degli ultimi anni per “La Familia“, ma Gasol si gode comunque quell’atmosfera ancora una volta.
Il documentario mostra tutta la determinazione di Pau per proseguire nella strada del ritorno, mentre cerca di mantenere un impegnativo equilibrio tra pallacanestro, esigenze familiari e progetti personali in campo imprenditoriale e filantropico. Giocatore intelligente, modello di correttezza, abnegazione, competitività e spirito di squadra, Gasol domanda e riceve numerosi consigli sulle scelte da compiere, mantenendo però ben saldo il proprio obiettivo e valutando ogni rischio e conseguenza.
Pau Gasol: un periodo di transizione
Nel corso degli avvenimenti narrati in Pau Gasol. L’importante è il viaggio – ben alternati a flashback su vita e carriera, con testimonianze di genitori, fratelli, allenatori, compagni, giornalisti – il cestista catalano compie quaranta anni e diventa padre. Vive quindi una delicata fase di transizione, sapendo che la sua carriera è comunque agli sgoccioli. Un momento in cui non è facile prendere decisioni che concilino sport e vita privata.
Nel secondo episodio chiede udienza a uno che di “ultimi balli” ne sa qualcosa: Phil Jackson, già suo coach ai Lakers. La conversazione è profonda e il Maestro Zen dispensa preziosi suggerimenti a Pau, consigliandoli di tornare sul parquet solo se ci sono reali possibilità di vincere. E quindi di tenere ben presente il futuro del proprio fisico e della famiglia, di fronte alle incognite (sanitarie e logistiche) di proseguire per un ulteriore anno l’attività agonistica.
Pau Gasol è in un’età in cui, per gli atleti e non solo, le prospettive cambiano. Ogni passo ruota intorno a obiettivi raggiungibili in un tempo ragionevole, perché non si è più giovanissimi. La voglia di intraprendere nuove strade e vivere esperienze diverse è forte, ma al contempo è anche un rischio. Di lui risalta la grande lucidità nel considerare tutto questo, affrontando intanto situazioni assurde come la morte di Kobe Bryant, suo stretto amico, e il Covid.
Programmare il “dopo”
La docu-serie diretta dal regista Oriol Bosch offre inoltre l’occasione per approfondire il tema del ritiro di un atleta professionista. Un momento non facile dal punto di vista psicologico, dopo aver trascorso oltre metà della propria vita con il basket al centro di tutto. Dopo aver vissuto indescrivibili scariche di adrenalina ed esperienze totalizzanti. Toccando, coinvolgendo e anche condizionando la vita di tante persone, catalizzando intorno a sé enormi interessi di business.
Il transito da giocatore a ex giocatore, pur inevitabile per tutti, può essere problematico, anche per chi ha già immaginato il dopo. Per questo, forse, persone come Pau hanno lavorato duro per ritardarlo il più possibile. Non per paura del futuro, ma per accertarsi che sia davvero arrivata l’ora, non lasciando nulla di intentato nella propria già luminosa carriera. È significativo osservare quanta complessità ci sia dietro un simile passaggio. E anche Gasol, per quanto sia uno con la testa a posto, deve fare i conti con dubbi e responsabilità da conciliare.
L’unica certezza è che per un atleta di alto livello la vita non sarà mai più la stessa. La folla, le luci, l’hype ci saranno, ma per gli altri. Tutto ciò che ha scandito il ritmo della tua vita scompare e potrebbe subentrare un grande vuoto. Una crisi personale per chi non ha saputo programmare il futuro. Di questo parlano vari membri della NBPA, l’associazione giocatori NBA. Sicuramente in aiuto vengono i rapporti e le conoscenze strette durante il proprio cammino, così come le competenze trasversali di uno sportivo – fare squadra, impegnarsi, gestire vittorie e sconfitte e così via – nel dedicarsi a nuovi progetti. Dopo essersi ritirato, Pau Gasol raggiunge presto un altro obiettivo: entrare nel CIO come membro della commissione atleti.
L’importanza dei media e… del viaggio
Nel primo episodio tiene banco la necessità di far sapere al mondo che Pau, lontano dai riflettori per via dell’infortunio, non è sparito. Sta invece lavorando per tentare di giocare a Tokyo. La sua responsabile delle relazioni con i media, Laia Gilibets, lo consiglia sulla strada migliore da intraprendere per annunciare cosa vuol fare. Quindi, lo segue passo dopo passo organizzando un’intervista con la principale agenzia di stampa spagnola, che sarà poi ripresa dalle maggiori testate.
Tale dinamica evidenzia ancor di più quanto atleti del calibro di Pau Gasol siano vere e proprie aziende, le cui decisioni influenzano un pubblico vastissimo. E sottolinea l’importanza di gestire adeguatamente l’immagine e la comunicazione di personaggi che hanno continuamente bisogno di essere guidati da professionisti estremamente competenti e sinceri, creando un valore reciproco. Allo stesso modo, la serie mostra come gestire una fuga di notizie non ancora ufficiali (è il caso del suo ritorno al Barcellona nel 2021 e delle voci sul suo addio) e su come invece si lanciano quelle ufficiali, preparando ad esempio i contenuti per web e social e il comunicato stampa.
Una serie da vedere per entrare nelle dinamiche e ripercorrere vita e carriera di uno dei giocatori più forti del basket di oggi. Uscendone così con una consapevolezza ben riassunta dalle parole dello stesso Pau Gasol: “Per me l’importante è il viaggio, senza alcun dubbio. Non ha alcun senso guardarsi indietro e rimuginare sul passato, perché ti perdi il presente, che è la cosa più importante. Proverò a continuare a godermi il mio viaggio il più possibile, insieme alle persone che amo, fino alla fine. E finché farò del mio meglio, mi allenerò, mi godrò ogni secondo e ogni partita e farò tutto il possibile e sarò felice e orgoglioso della mia prestazione, del mio contributo“.