Libri di basket: “NBA Confidential” di Riccardo Pratesi

Con NBA Confidential. Fatti e misfatti dei fenomeni del basket americano (Diarkos editore), suo secondo libro dopo 30 su 30, Riccardo Pratesi ci porta nuovamente dietro le quinte della lega più seguita e osannata del mondo. E spesso anche fraintesa, perché la NBA non è il mondo delle favole che ci trasmette il pensiero dominante.

Pratesi è una firma de La Gazzetta dello Sport. Per quattro anni, dal 2014 al 2018, ha lavorato negli Stati Uniti come beat writer, cioè cronista fisso al seguito delle squadre (nel suo caso Spurs, Kings, Warriors e Timberwolves). Il giornalista senese, classe 1975, ha quindi esperienza di NBA sul campo, con tutto il patrimonio di fonti, esclusive, rapporti e contatti che ne può derivare.

Se 30 su 30 è stato soprattutto una raccolta di viaggi e storie, NBA Confidential è nato con uno scopo preciso: raccontare in presa diretta e senza filtri alcune delle più celebri superstar, che l’autore definisce “capibranco“. Essi infatti sono il volto della NBA. Contano più di tutti: non c’è proprietario, manager, coach in grado di contenerne popolarità, carisma, influenza. Arrivano a rappresentare un’intera metropoli.

A loro volta, questi giocatori sono sottoposti a pressioni incredibili, in un ambiente che non perdona nessuno, tale da rendere la NBA una sorta di mors tua vita mea, o homo homini lupus, se si preferisce. Del resto, in un sistema con tetto salariale, l’aumento della propria fetta di torta può significare riduzione o esclusione per altri. Pesce grande mangia pesce piccolo.

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Riccardo Pratesi durante la presentazione di “NBA Confidential” a Siena

NBA Confidential: storie autentiche

Nel suo stile senza fronzoli e dal ritmo sincopato, Riccardo Pratesi mette in chiaro un dato di fatto: le stelle NBA sono prima di tutto uomini, non solo atleti. Hanno pregi e difetti, sogni e demoni, a prescindere dal talento che in certi casi ha messo loro in mano “un conto in banca inversamente proporzionale a cultura personale ed esperienza di vita“. Non tutti sono modelli positivi, anche se il marketing e il politicamente corretto li vorrebbero come prodotti standard.

Pratesi non è un allineato: dice le cose come stanno, punto. “Pane al pane“, ama ripetere. E interpreta la professione di giornalista nel modo più reale: osservando e verificando con i propri occhi e affidandosi a testimonianze dirette o credibili. Il risultato è un insieme di storie oneste, a tratti anche brutali, ma autentiche: “Meglio raccontare una storia brutta vera che una storia bella falsa“.

NBA Confidential delinea una NBA lontana dalla narrativa dominante e dalla superficialità dei social. Una realtà fatta di estrema competitività e non necessariamente popolata da gente felice solo perché guadagna milioni. Essere “capobranco”, sopportare uno stress in grado di stritolarti, richiede spalle infinitamente larghe. Per essere leader, un giocatore deve avere la scorza dura e sapersi muovere e comunicare in un mondo in cui, dai falsi amici alle groupies, tutti vogliono qualcosa da lui.

Una lega tratteggiata da chi l’ha seguita dal vivo, ha parlato con i protagonisti o con chi è a stretto contatto con loro: familiari, compagni, avversari, allenatori, giornalisti locali. Riccardo si è recato nelle città di origine di alcuni, ai quattro angoli del mondo, per capire meglio chi sono e da dove vengono. Un giornalismo di servizio, cercando di offrire al lettore qualcosa che non può trovare da altre parti.

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I “capibranco” e oltre

Sono dieci gli uomini-franchigia ritratti da Pratesi in NBA Confidential. Dieci stelle di diverso background, che in qualche modo ce l’hanno fatta e che oggi sono l’immagine della lega. Alcuni sono esempi positivi, altri hanno una personalità discutibile. Di loro il giornalista delinea storie e intrecci, segreti e manie, bizze e virtù, andando oltre l’apparenza e i diktat del marketing.

A partire da Steph Curry, il “rivoluzionario normale”, agiato figlio di papà Dell, intelligente e di buon senso, un ego forte – qui l’ego non manca a nessuno, questo è sicuro – ma non smodato. Un carattere che gli ha permesso addirittura di “gestire” uno come Kevin Durant, il quale invece è persona conflittuale e problematica. KD non si fida di nessuno, convinto di vivere ancora in strada.

Pratesi è andato a Bahia Blanca a parlare di Manu Ginobili con chi lo ha visto crescere, o a Sombor per Nikola Jokic. Scrive della genuinità di Giannis Antetokounmpo, di un Luka Doncic furbo e sornione, della personalità d’acciaio di Chris Paul e della grande riservatezza di Tim Duncan. Stacca l’etichetta di “cattivo” ingiustamente affibbiata a Jimmy Butler e offre un sorprendente ritratto di LeBron James uomo di potere.

La galleria si conclude con un ospite d’eccezione: Marco Belinelli. La sua testimonianza è un interessante punto di vista su cosa significa essere giocatori di complemento, funzionali ai fenomeni del team. In appendice una digressione sui campioni di ieri (Magic, Bird, MJ, Stockton-to-Malone, Kobe, Shaq) e sui possibili “capibranco” del futuro, cercando di scoprire chi ne ha davvero i crismi.

Infine, nell’ultimo capitolo di NBA Confidential, Riccardo Pratesi ci porta nel mondo dei media NBA, che ha frequentato di persona. Dai beat writers ai “mammasantissima” delle breaking news, dalla mensa delle arene ai giornalisti internazionali, un bell’excursus finale per conoscere ancor più dall’interno l’universo che ruota attorno a questa lega. E soprattutto per comprendere quel confine tra narrativa e cronaca che ai tempi di oggi si è fatto sempre più labile e indistinto.

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