La Familia, disponibile su Amazon Prime Video, è la docuserie del 2021 in cinque episodi che racconta gli straordinari successi della nazionale spagnola di basket nel nuovo millennio.
La storia di una formidabile generazione di cestisti – anzi, più di una – che fin da giovanissimi hanno dimostrato una grande unità d’intenti in campo e fuori, portando la Spagna, prima di allora una buona squadra e nulla più, in cima al mondo.
Diretto da Luis Mora e prodotto da Mediaset España insieme alla Federación Española de Baloncesto, La Familia segue la nascita e l’evoluzione della rappresentativa iberica che grazie ai suoi millennials – i nati dal 1980 – ha conosciuto una svolta, diventando una delle nazionali più vincenti e continue nella storia dello sport.
Il tutto operando con intelligenza l’inevitabile ricambio generazionale che ogni team deve saper affrontare, se vuole durare a lungo ai massimi livelli. Un’avventura incredibile che non accenna a fermarsi – il documentario arriva al titolo mondiale 2019, ma la Spagna ha poi primeggiato anche agli europei 2022 – e in cui vittorie e sconfitte si intrecciano con le vicende personali dei giocatori.
Dal gruppo dei vari Pau Gasol, Navarro, Reyes, Garbajosa, Calderon, Lopez a quello imperniato su Marc Gasol, Rubio, Rudy Fernandez, Llull, Claver, Sergio Rodriguez, fino ai fratelli Hernangomez, attraverso i coach Hernandez e Scariolo, i protagonisti ripercorrono un ciclo entusiasmante in cui la nazionale spagnola, mantenendo sempre la sua identità, si è guadagnata il rispetto di tutti. Perché il tempo passa, i giocatori cambiano, ma sopra ogni cosa c’è sempre e solo la Familia.
La Familia: un ciclo straordinario
La Familia parte raccontando la nascita di un gruppo che impara a competere e a stare insieme fin dai tornei giovanili, incarnando lo spirito giusto per vincere già nell’adolescenza. La storia comincia nel 1999, ai mondiali under 19 di Lisbona. Qui la Spagna di Pau Gasol e Juan Carlos Navarro (e di molti altri futuri campioni) supera sorprendentemente in finale gli Stati Uniti.
Diventano così gli Juniors de oro. È l’inizio di tutto, nonché la consacrazione del programma di rilancio promosso dalla federazione spagnola fin dal 1984, in seguito a una fase di crisi. Il 1999, inoltre, è lo stesso anno in cui la nazionale maggiore ottiene la medaglia d’argento agli europei in Francia, perdendo in finale con l’Italia. Ma i fenomeni ancora dovevano arrivare…
Presto gli Juniors de oro si prendono la Spagna e diversi di loro sono ingaggiati in NBA. Una crescita senza precedenti, che culmina nella vittoria dei mondiali 2006 in Giappone e nelle due memorabili finali olimpiche (Pechino 2008 e Londra 2012) perse di misura contro gli Stati Uniti. E poi i trionfi continentali del 2009, 2011 e 2015. Quest’ultimo con la semifinale di Lille in cui un immenso Pau Gasol demolisce la favoritissima Francia di fronte a oltre ventimila spettatori.
Un percorso in cui non mancano cocenti delusioni. Su tutte i mondiali 2014 giocati in casa, ma anche le eliminazioni sulla sirena a Euro 2005 (Nowitzki), Euro 2007 (il “russo” J.R. Holden) e World Cup 2010 (Teodosic). La realtà è che tutte le squadre più forti hanno passato momenti difficili. Quel che conta è avere chiaro il quadro generale, godersi i successi e imparare dai fallimenti, restando sempre uniti, come una famiglia. E la Spagna in vent’anni ha fatto proprio così.