Dal 2017 il Parco Carlo Carrà di Alessandria è “illuminato” dai vivaci colori di un playground dipinto dallo street artist siciliano Gue.
L’opera è stata realizzata nell’ambito di un locale progetto di rigenerazione urbana. Ha riscosso attenzioni a livello internazionale. Così come le splendide foto scattate da Ugo Galassi.
Il campo da basket è situato all’interno del parco pubblico intitolato al noto pittore esponente del futurismo, originario della provincia piemontese. Come quella corrente artistica faceva del dinamismo il suo tratto distintivo, così il playground di Gue si ispira alla ricerca di una nuova percezione delle forme attraverso l’incessante movimento del gioco della pallacanestro.
Un playground di geometrie e colori
Il campetto del Parco Carrà è percorso da figure geometriche irregolari, delimitate da linee quasi interamente curve, che si adattano alle quelle del rettangolo di gioco.
Infatti, per facilitare il basket, che poi è l’obiettivo principale di un playground, l’artista ha scelto di mantenere un’elevata riconoscibilità delle linee regolamentari, in bianco, molto nette. Partendo da esse, Gue sviluppa poi in modo libero e fantasioso il resto delle figure.
Ne risulta uno schema compositivo che riflette pienamente lo spirito di una partita di basket: una serie di movimenti liberi e imprevedibili, ma sempre seguendo un preciso regolamento e all’interno di un perimetro ben delineato.
Molto accurato lo studio delle tonalità cromatiche. Un armonioso incastro di colori freddi e caldi desunto dai tradizionali campi da basket: nel rettangolo convivono due tonalità di blu, il verde acqua, due toni di giallo, l’arancione. Bianco e grigio chiaro sono lasciati alle aree dei tre secondi e ad angoli marginali, in modo da alleggerire l’intera composizione, senza però far perdere vigore all’opera nel suo complesso.
L’artista Gue
Nato a Catania nel 1986, Gue, nome d’arte di Marco Mangione, conosce l’ambiente del graffiti writing nei primi anni 2000, indagando e sperimentando sulle possibilità espressive che lo accosteranno all’arte urbana contemporanea.
“La sua ricerca – si legge nella presentazione sulla pagina Facebook di Gue – sviluppa un sistema di codici formali che seguono una determinata logica, un linguaggio dei segni che ha le sue regole e propri canali di riferimento. Una grammatica personale che si esprime in una visione sospesa, per suggerire universi possibili attraverso una figurazione che confina con l’astratto, partendo da uno sviluppo legato a caratteri e personaggi iconici che hanno accompagnato l’artista dall’inizio del suo percorso“.
“La scomposizione degli elementi – prosegue – è il risultato di una ricerca verso la sintesi che tende a manifestare vibrazioni positive e serene, verso la rappresentazione di uno spazio flessibile, un dialogo aperto con l’architettura e l’ambiente. Il suo interesse sulle nuove potenzialità espressive della superficie, che da verticale diventa abitabile e percorribile, nelle ultime esperienze lo porta ad intervenire in diversi ambienti legati all’attività collettiva. Impianti sportivi e aree ricreative sono gli spazi urbani dove sperimentare il movimento e l’attraversamento di uno spazio fruibile, per ottenere una visione variabile che si rigenera continuamente, come in una simulazione virtuale vissuta nello spazio reale“.