Sarunas Jasikevicius, oggi allenatore del Barcellona, è stato un grande protagonista del basket europeo. Dopo il ritiro nel 2014, ha iniziato subito la carriera in panchina allo Zalgiris Kaunas, la più prestigiosa squadra di basket della Lituania.
Ha raccontato la sua vita e la sua carriera nel libro Vincere non basta, scritto nel 2015 con il giornalista Pietro Scibetta e pubblicato da Add Editore. La prefazione è di Jordi Bertomeu, presidente e CEO di Euroleague Basketball. Quel trofeo che Sarunas ha alzato ben quattro volte e che gli è valso la nomina ufficiale di Euroleague Basketball Legend.
Sarunas Jasikevicius: un’autobiografia modello
Ci sono molti modi per raccontare la vita dei campioni dello sport e l’autobiografia di Jasikevicius è un ottimo esempio. Sedici capitoli in prima persona estremamente scorrevoli e godibili, in cui si rispecchia al cento per cento la personalità del lituano. Metodico, puntiglioso, capace di vivisezionare tutti gli scenari possibili prima di prendere una decisione importante. Sempre esigente con se stesso e mai capace di accontentarsi, al punto di definirsi “un gran rompipalle” con un solo pensiero in testa: la vittoria.
Grazie allo stile semplice e lineare impresso da Pietro Scibetta alle parole di Jasikevicius, il libro, ricco di dettagli senza mai annoiare né rallentare il ritmo, narra in ordine cronologico tutte le fasi di una carriera ricchissima di trionfi e di esperienze indimenticabili. Un cerchio che, partendo da una Kaunas ancora sovietica in cui il giovanissimo “Saras” muove i primi passi, si chiude nuovamente a Kaunas, con il ritorno allo Zalgiris.
Il suo percorso ha toccato alcune delle piazze cestistiche più importanti d’Europa: Lubiana, Barcellona, Tel Aviv, Atene sponda Panathinaikos, Istanbul sponda Fenerbahce. Il play lituano ha vinto quattro volte l’Eurolega (tre consecutive) e nove volte il campionato nazionale in cinque paesi differenti. Ultimo, quello lituano nella sua Kaunas, ormai trentottenne, appena prima di ritirarsi.
Alla conquista dell’occidente
Molto interessanti i primi capitoli di Vincere non basta. In essi, Sarunas Jasikevicius racconta il periodo storico caratterizzato dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica e dall’apertura al mondo occidentale. Anni di “shock culturale” in cui Sarunas, fino ad allora solo un ragazzino intelligente ma che non si prendeva troppo sul serio né si applicava più di tanto, scopre le incredibili possibilità che gli si aprono davanti con l’indipendenza della Lituania. E la possibilità di viaggiare grazie al basket. Di fronte a prospettive allettanti (giocare in Nazionale, trasferirsi in America), Sarunas si mette a lavorare con tenacia per non farsi sfuggire alcun obiettivo.
Una parte consistente del libro racconta il particolare rapporto di Jasikevicius con gli Stati Uniti, a cominciare dall’ultimo anno di liceo trascorso nella piccola Quarryville, Pennsylvania, ospite della famiglia Harrold, che arriverà a sentire come sua. Per proseguire poi con i quattro anni universitari a Maryland e infine con l’esperienza in NBA, in cui gioca due stagioni tra Indiana Pacers e Golden State Warriors, senza però riuscire a ritagliarsi un ruolo di primo piano.
La terza famiglia di Sarunas, dopo quella biologica e quella americana, è stata invece la Nazionale lituana. Con la divisa verde-giallo-rossa ha vinto un bronzo olimpico a Sydney 2000 e un oro europeo nel 2003, è stato portabandiera ai Giochi di Pechino 2008 e si è tolto lo sfizio di battere gli Stati Uniti ad Atene 2004.
L’uomo Jasikevicius
Sarunas Jasikevicius è stato protagonista di oltre venti, intensissimi anni di pallacanestro. Ha amato questo sport oltre ogni limite, “quel tipo di amore – scrive – che non ti lascia scampo, né spazio per pensare di fare qualsiasi altra cosa. Specialmente quando vuoi essere il migliore”. Perché, come suggerisce il titolo, vincere non basta. Il vero campione è quello che regala qualcosa di più ai tifosi. Che li fa sentire partecipi come se fossero in campo e li fa tornare a casa divertiti e meravigliati. Essere vincenti non significa solo sollevare trofei, ma amare e rispettare il proprio sport fino in fondo e condividere queste emozioni con la gente.
A dare colore e ulteriore godibilità al libro sono i numerosi particolari del lato umano di Sarunas, che si apre al lettore parlando della sua vita privata, costellata di aneddoti curiosi e divertenti, ma anche di errori e leggerezze, dal matrimonio fallito con Miss Mondo al sogno, finalmente realizzato, di formare una famiglia.
Vincere non basta è un’autobiografia da leggere per gli appassionati di basket e non solo. Un libro che non indugia troppo in riflessioni filosofiche, concentrandole soprattutto nell’introduzione e nella conclusione. E che per il resto lascia parlare l’esperienza, valida più di mille lezioni teoriche. “Volevo la palla, volevo essere un capo“, dice a un certo punto. Ora che è diventato allenatore, lo è ancora di più. Ed è uno che non si tira mai indietro. Perché non può esistere un Sarunas Jasikevicius senza una sfida da inseguire, ancor più bella e affascinante di tutte quelle vissute, e vinte, fino a oggi.