Per quanto possa essere cool chiamare le squadre di basket italiane con nome all’americana, mi è sempre suonato un po’ come una forzatura.
Soprattutto perché gran parte della gente non ha la cultura necessaria, sportiva e non solo, per capire che appellativi come Los Angeles Lakers, Milwaukee Bucks, Chicago Bulls e così via, sono sostanzialmente soprannomi (nicknames) con cui si definiscono atleti e persone che giocano e lavorano per quel club e non il club stesso.
Si tratta spesso di nomi di animali, di elementi del paesaggio o della cultura locale. Soprattutto, sono plurali. E, tanto per dirne una, vanno posposti al nome della città. Invece, purtroppo, non di rado è capitato e capita tuttora di leggere su articoli di importanti giornali o addirittura in comunicati stampa ufficiali espressioni come “IL Roseto Sharks” oppure “i Crabs Rimini“.
Visto che ne abbiamo già citati un paio, ecco 6 casi tra i più importanti in cui club italiani di basket hanno scelto di darsi un nome all’americana. Le loro sorti, spesso, non sono state esattamente memorabili e alcuni sono perfino scomparsi, tra fallimenti e cancellazioni. Segno, forse, che l’Italia non è un terreno fertile per replicare questa consuetudine d’oltreoceano.
Ve l’immaginate, del resto, se ci fossero i Milano Red Shoes, i Bologna Black V o magari i Venezia Lions? In ogni caso, è una pratica non del tutto scomparsa: ci sono i Mantova Stings (il nome ufficiale è comunque Pallacanestro Mantovana), i Cesena Tigers o i Bisceglie Lions, mentre l’Urania Milano è nota anche come Wildcats.
Varese Roosters
Il caso più famoso di nickname americano di una squadra italiana di basket è sicuramente quello della Pallacanestro Varese, che dal 1997 al 2001 assunse la denominazione di Varese Roosters, i “galletti da combattimento”.
L’idea nacque dalla scelta di non portare alcun marchio di sponsorizzazione sulle divise, creando invece un pool di aziende in grado, tutte insieme, di supportare economicamente la società. Varese vinse lo “scudetto della stella” nel 1999 e nello stesso anno disputò il McDonald’s Championship di Milano, dove uscì sconfitta con onore contro i San Antonio Spurs.
Roseto Sharks
Dal 2009 la squadra di basket di Roseto degli Abruzzi porta il nome di Roseto Sharks, gli “squali”: giustamente un animale marino, considerata la realtà litoranea della cittadina abruzzese, animata da una grande passione per la pallacanestro.
Gli Sharks, inizialmente protagonisti di una cavalcata dalla serie C2 alla A2, esistono tuttora anche se attraversano un periodo di difficoltà. Nell’estate 2020, infatti, il club ha rinunciato al titolo sportivo di serie A2 e probabilmente si riposizionerà in B. La società è l’erede del glorioso Roseto Basket, esistito dal 1946 al 2006 e della Pallacanestro Roseto 1946, attiva per un paio d’anni di intermezzo.
Rimini Crabs
Dopo essere retrocesso in serie A2 nel 2001, lo storico Basket Rimini della famiglia Sberlati cambiò la propria denominazione in Rimini Crabs (“granchi”): in tale veste, però, non ha più frequentato le alte sfere della pallacanestro italiana.
Infatti, dopo una serie di stagioni in A2, nel 2018 i Crabs sono ulteriormente retrocessi dalla serie B alla C. A quel punto il club presieduto dallo storico agente Luciano Capicchioni ha deciso di proseguire soltanto l’attività giovanile. Nella primavera 2020 la Rinascita Basket Rimini, nuova società nata nel 2018, ha assorbito tutto ciò che era rimasto dei Crabs, compreso lo storico numero di affiliazione FIP 00122.
Legnano Knights
Attiva dal 1966, la Pallacanestro Legnano cambia nome nel 2007 in Legnano Knights (“cavalieri”) per rendere omaggio all’importante storia medioevale della cittadina del milanese, dove i comuni della Lega Lombarda vinsero la famosa battaglia contro l’imperatore Federico il Barbarossa il 29 maggio 1176.
I Knights, nati dalla fusione con l’Olimpia Legnano in serie C, nel 2014 sono riusciti ad arrivare in serie A2, dove sono rimasti fino al 2019, anno in cui hanno ceduto il titolo sportivo a Napoli per ripartire dalla serie C Gold.
Bologna Eagles
Negli anni più bui della Fortitudo Bologna, tra retrocessioni, fallimenti e nascita di improbabili doppioni, sono esistiti anche gli Eagles. Si tratta di una società espressione della vecchia Fortitudo di Gilberto Sacrati, nata con il sostegno del gruppo ultras Fossa dei Leoni.
Ebbe però vita brevissima: dopo aver rilevato il titolo del Gira Ozzano, gli Eagles vengono ammessi a partecipare alla DNA (ex Serie A Dilettanti e Serie B d’Eccellenza) nella stagione 2011-12, dove arrivano fino alla semifinale playoff. Quindi, nel corso del 2012-13, sono esclusi dal campionato dopo l’undicesima giornata per inadempienze economiche.
Aironi/Draghi Novara
Gli Aironi Novara hanno rappresentato un caso, meno usuale, di nickname in italiano (in inglese sarebbe stato Herons). Il club è stato attivo soltanto per cinque anni, dal 2002 al 2007: nato grazie al trasferimento nel capoluogo della squadra di Borgomanero, fresca di promozione in A2, gli Aironi hanno militato nella seconda categoria nazionale fino alla retrocessione in B.
A quel punto, è stato trasferito in città il titolo sportivo dei Draghi Castelletto Ticino, che si chiamavano così già dal 2004 ed erano stati promossi in A2 l’anno seguente, e così sono nati i Draghi Novara. Tempo un anno e nel 2008 arriva lo scioglimento definitivo.
[Foto in alto tratta da LaProvinciadiVarese.it]