I Philadelphia Sixers hanno dedicato una statua a Charles Barkley, uno dei giocatori più rappresentativi della loro storia.
L’opera si trova all’esterno del 76ers Training Complex, l’enorme centro di allenamento e operativo della franchigia della Pennsylvania inaugurato nel 2016 a Camden, in New Jersey. Sobborgo che, però, si trova proprio di fronte alla Città dell’Amore Fraterno, sull’altra sponda del fiume Delaware che divide i due stati.
La statua ritrae un Sir Charles piuttosto snello, tanto che il diretto interessato si è detto meravigliato di vedersi così magro… Il Barkley scolpito stringe la palla con entrambe le mani dietro la testa, nell’atto di compiere una delle sue poderose schiacciate. La posa di Barkley, tuttavia, può ricordare anche la sua storica abilità: il rimbalzo. Con 4391 rimbalzi difensivi e 2688 rimbalzi offensivi, Charles Barkley è il leader di sempre dei Philadelphia 76ers in queste due voci statistiche.
La statua di Charles Barkley è l’ottava della Legends Walk, un vialetto esterno al centro di allenamento dei Sixers dedicato ai più grandi giocatori che abbiano mai vestito la maglia dei Sixers: si aggiunge a Billy Cunningham, Wilt Chamberlain, Maurice Cheeks, Julius Erving, Hal Greer, Moses Malone, Bobby Jones. Quella di Barkley, inoltre, è la seconda statua esistente dedicata al numero 34: dal 2017 ce n’è una ad Auburn, la sua università, proprio di fronte all’arena di basket.
Charles Barkley, otto anni a Philly
Nato nella povera Leeds, Alabama, nel 1963, Barkley non ha mai vinto un titolo NBA. Tuttavia occupa un posto a pieno titolo tra i più grandi giocatori della storia. Ha giocato con i Sixers i primi otto dei suoi sedici anni nella lega, dopo che Philadelphia lo aveva scelto con la quinta chiamata al Draft 1984.
Quindi, nel 1992, il trasferimento ai Phoenix Suns con cui raggiunge subito le Finals, perse con i Chicago Bulls di Michael Jordan. Infine, dal 1996 al 2000, gli ultimi anni di carriera agli Houston Rockets, caratterizzati da molti infortuni. Tuttavia è con Philly che Barkley ha lasciato il segno più indelebile, tanto che la franchigia ha ritirato la sua maglia numero 34.
Tra i suoi soprannomi, oltre a Sir Charles, anche Chuck, Street Beef e The Round Mound of Rebound. Quest’ultimo, letteralmente “Il Monticello Rotondo del Rimbalzo“, a sottolineare la sua abilità ad arpionare palloni sotto le plance e spesso a trasformarli in canestri segnati, ma anche la sua silhouette non esattamente da ballerino. Nel 1987 è stato il miglior rimbalzista NBA con una media di 14,6. Barkley è stato una delle ali forti più dominanti di sempre e ha saputo far fruttare un fisico poco atletico nei tre principali aspetti del gioco: punti, rimbalzi, assist.
MVP della NBA nel 1993, ha collezionato 11 convocazioni all’All-Star Game, di cui è stato MVP nel 1991. Ha fatto parte del Dream Team USA ai Giochi Olimpici di Barcellona 1992 e Atlanta 1996, vincendo in entrambe le occasioni la medaglia d’oro. Due le introduzioni nella Hall of Fame: nel 2006 individualmente e nel 2010 come membro del Dream Team.
Oggi è analista televisivo per la TNT, particolarmente apprezzato dai fan per i suoi commenti senza peli sulla lingua. Il duo soul-alternative rock americano Gnarls Barkley si chiama così in suo onore.