Da alcuni anni, soprattutto nelle settimane che precedono le feste di Natale, nei palasport italiani e non solo va in scena il Teddy Bear Toss. Letteralmente, il “lancio degli orsacchiotti”.
Una pratica che, a prima vista, può sembrare alquanto bizzarra. Ma in realtà è un’importante iniziativa solidale attraverso cui regalare un sorriso ai bambini meno fortunati.
Il Teddy Bear Toss è nato in Nord America negli anni ’90 ed è stato importato in Italia a partire dal dicembre 2014, grazie a un’idea della nota pagina Facebook e blog La Giornata Tipo. Da allora ogni anno, in una partita scelta per l’occasione, il pubblico dei palazzetti viene coinvolto dalle società stesse in questa calorosa iniziativa benefica.
Teddy Bear Toss: come funziona
Il Teddy Bear Toss consiste in un lancio sul campo, da parte degli spettatori, di orsacchiotti e di altri peluche in occasione del primo canestro su azione della partita (quindi esclusi i tiri liberi) messo a segno da una delle squadre in campo dopo la palla a due iniziale. I pupazzi devono essere rigorosamente morbidi: sono vietati quelli con parti dure o di plastica.
Non appena la palla entra nel canestro, il pubblico lancia sul parquet una fittissima pioggia di peluche e la partita per qualche minuto è di fatto sospesa. Chi siede nei posti più lontani e difficilmente può far raggiungere il campo al proprio orsacchiotto, è invitato a lanciarlo lo stesso, affidando agli spettatori delle file più anteriori il “recapito” in campo. Dopo che il personale addetto ha raccolto gli orsacchiotti e liberato il rettangolo di gioco, il match riprende normalmente.
Nei giorni successivi, quei peluche – che ogni spettatore si è portato da casa o ha appositamente acquistato – vengono regalati ai bambini ricoverati negli ospedali della città e del territorio aderenti all’iniziativa. Nonché ad associazioni e realtà che si occupano di beneficenza verso i più piccoli. Spesso sono i giocatori stessi a effettuare alcune consegne. Parte dei peluche a volte è rimessa in vendita, sempre con l’obiettivo di sostenere progetti di solidarietà.
Storia del lancio degli orsacchiotti
Il Teddy Bear Toss è nato in Canada e negli Stati Uniti, precisamente nelle leghe minori di hockey su ghiaccio. Si è diffuso poi in altre nazioni e continenti, oltre che ad altri sport. Nel basket ha attecchito particolarmente in ambito universitario, sposandosi perfettamente con l’atmosfera goliardica delle arene NCAA. L’Italia è stata tra le prime nazioni a far arrivare questa pratica oltreoceano.
Il primo lancio degli orsacchiotti di cui si ha notizia è quello del 5 dicembre 1993. Protagonisti i Kamloops Blazers, squadra della città canadese di Kamloops in British Columbia, militante in WHL (Western Hockey League). Su idea del direttore del marketing Don Larson, a salutare il primo gol della partita, siglato da tale Brad Lukovich, ecco un lancio di 2400 peluche.
La pratica si è estesa in seguito ad altri campionati professionistici di hockey in Nord America. Non la NHL, però, che per questioni di sicurezza vieta in modo molto rigido il lancio di qualsiasi oggetto sulla superficie di ghiaccio, indipendentemente dalla sua finalità.
Il Teddy Bear Toss ha in seguito assunto proporzioni gigantesche. Il record assoluto il 3 dicembre 2019 con gli Hershey Bears, squadra di AHL (American Hockey League) della Pennsylvania: 45.650 peluche lanciati in campo al Giant Center!